L’importanza del digitale ai tempi del Coronavirus

In questo difficile momento dove l’evoluzione della pandemia da Covid-19 ha costretto tutti noi a cambiare drasticamente le nostre abitudini di vita, rimanendo confinati all’interno dei nostri appartamenti, stanno assumendo grande rilevanza tante iniziative di natura digitale come quella del Ministro per l’Innovazione Tecnologia e l’Innovazione “Solidarietà digitale” nelle quali si riscoprono i grandi vantaggi connessi all’uso delle tecnologie digitali.

In tale contesto, quindi, ritornano in auge quei principi informatori del progetto europeo dell’Agenda Digitale presentato dalla Commissione Europea nel maggio 2010 con lo scopo di sfruttare al meglio il potenziale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC o ICT) per favorire l’innovazione, la crescita economica e la competitività. L’obiettivo principale dell’Agenda è proprio quello di ottenere vantaggi socio-economici sostenibili grazie a un mercato digitale unico basato su Internet veloce e superveloce e su applicazioni interoperabili.

Con una maggiore diffusione e un uso più efficace delle tecnologie digitali l’Europa può stimolare l’occupazione e affrontare le principali sfide a cui è chiamata, offrendo ai suoi cittadini una migliore qualità della vita, per esempio assicurando un migliore servizio sanitario, trasporti più sicuri ed efficienti, un ambiente più pulito, nuove possibilità di comunicazione e un accesso più agevole ai servizi pubblici e ai contenuti culturali.

Tuttavia i benefici che i cittadini potrebbero trarre dall’uso delle tecnologie digitali sono limitati da alcune preoccupazioni inerenti la riservatezza e la sicurezza e dalla mancanza o carenza di accesso a Internet, usabilità, capacità adeguate o accessibilità per tutti. L’Agenda Digitale individua i principali ostacoli che minano gli sforzi compiuti per sfruttare le TIC e indica la strategia unitaria a livello europeo volta al loro superamento individuando le aree d’azione che sono chiamati ad adottare gli Stati membri.

Internet è senza confini ma i mercati online, sia in Europa sia a livello mondiale, sono ancora divisi da molteplici barriere che ostacolano non solo l’accesso ai servizi di telecomunicazione paneuropei ma anche ai servizi e ai contenuti Internet che dovrebbero avere una dimensione mondiale. È ora che un nuovo mercato unico permetta di sfruttare i benefici dell’era digitale. Per perseguire questo obiettivo occorre che consumatori e imprese possano vedere tutelati i propri diritti nel mercato online in modo certo, omogeneo e trasparente.

In particolare è necessario aprire l’accesso ai contenuti e adottare i diritti al progresso tecnologico attraverso l’utilizzo di licenze transfrontaliere e paneuropee. Inoltre i governi possono incentivare i mercati di contenuti mettendo a disposizione le informazioni relative al settore pubblico in maniera efficace e non discriminatoria.

È opportuno, inoltre, semplificare le transazioni online e transfrontaliere. Difatti l’Europa dispone di una moneta unica, ma il mercato dei pagamenti elettronici e della fatturazione elettronica è ancora frammentato dai confini nazionali.

Altro aspetto importante è il rafforzamento della fiducia nel digitale. La legislazione dell’Unione garantisce ai cittadini europei una serie di diritti relativi al contesto digitale, come la libertà d’espressione e d’informazione, la protezione dei dati personali e della riservatezza, i requisiti in materia di trasparenza e gli obblighi di servizio universale di telefonia e di accesso Internet funzionale, nonché una qualità minima del servizio. Tuttavia questi diritti sono riconosciuti in varie norme e non sono sempre facili da reperire. Molto indubbiamente è stato fatto in questi ultimi tempi (si pensi al GDPR, alla direttiva europea in tema di diritto d’autore), ma bisogna aumentare la consapevolezza dei diritti degli utenti, che devono essere messi in condizioni di trovare spiegazioni semplici dei loro diritti e doveri, espressi in modo trasparente e comprensibile.

Infine si ricorda che tra le priorità della Commissione inerenti ai servizi di telecomunicazione vi sono: la rapida e coerente attuazione del quadro normativo modificato; l’adozione di soluzioni efficaci per affrontare gli ostacoli che impediscono alle aziende e ai cittadini europei di sfruttare appieno i servizi di comunicazione elettronica transfrontaliera; la valutazione dei costi socio-economici connessi al mancato intervento dell’Europa nei mercati delle telecomunicazioni.

Inoltre per poter costruire una società realmente digitale occorre un’effettiva interoperabilità tra i prodotti e i servizi delle tecnologie dell’informazione. Internet è l’esempio migliore della potenza dell’interoperabilità tecnica: grazie alla sua architettura aperta, miliardi di persone in tutto il mondo possono utilizzare dispositivi e applicazioni interoperabili. Ma per cogliere appieno i vantaggi della diffusione delle TIC occorre aumentare ulteriormente l’interoperabilità di dispositivi, applicazioni, banche dati, servizi e reti.

Il quadro applicabile alla definizione degli standard in Europa deve adattarsi ai mercati tecnologici in rapida evoluzione perché gli standard sono essenziali per l’interoperabilità. Un’azione fondamentale per promuovere l’interoperabilità tra pubbliche amministrazioni sarà l’adozione, da parte della Commissione, di un’ambiziosa strategia europea per l’interoperabilità e la definizione di un quadro europeo di interoperabilità nell’ambito del programma ISA (Soluzioni di interoperabilità per le pubbliche amministrazioni europee).

Naturalmente gli utenti devono anche essere sicuri e protetti quando si collegano a Internet. Finora Internet si è dimostrato notevolmente sicuro, resistente e stabile, ma le reti informatiche e i terminali degli utenti rimangono vulnerabili e sono esposti a una vasta gamma di minacce in costante evoluzione, come per esempio la criminalità informatica. Affrontare queste minacce e rafforzare la sicurezza nella società digitale è una responsabilità comune, degli individui quanto degli enti pubblici e privati, sia a livello nazionale che a livello mondiale. Pertanto bisogna rafforzare la protezione dei minori che utilizzano le tecnologie online, consolidare il diritto alla riservatezza e alla tutela dei dati personali, contrastare lo spamming.

Il diritto alla riservatezza e alla tutela dei dati personali è un diritto fondamentale nell’UE che deve essere fatto rispettare, anche online, con tutti i mezzi possibili: dall’applicazione generalizzata del principio di privacy by design nelle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC) pertinenti fino ad arrivare, se necessario, ad azioni dissuasive. Il quadro rivisto dell’UE applicabile alle comunicazioni elettroniche chiarisce le responsabilità degli operatori di rete e dei fornitori di servizi, compreso l’obbligo di notificare gli attentati alla sicurezza dei dati personali. L’attuazione del divieto di inviare messaggi di posta indesiderati sarà rafforzato tramite la rete europea dei centri dei consumatori.

Altra aspetto molto importante da considerare è l’Alfabetizzazione informatica. L’era digitale dovrebbe favorire la responsabilizzazione e l’emancipazione; le origini sociali o le competenze non dovrebbero costituire un ostacolo allo sviluppo di questo potenziale. Visto che sempre più operazioni sono effettuate online, dalla candidatura per un posto di lavoro, al pagamento delle tasse fino alla prenotazione di biglietti, l’uso di Internet è diventato parte integrante della vita quotidiana di molti europei. Tuttavia, la percentuale della popolazione europea che non ha mai utilizzato Internet è ancora molto elevata. Si tratta di persone che spesso dichiarano di non averne bisogno o di trovarlo troppo costoso, ed essenzialmente hanno un’età compresa fra 65 e 74 anni, un basso reddito, o si tratta di disoccupati e da persone con un livello di istruzione non elevato.

In molti casi l’esclusione è dovuta a una mancanza di competenze da parte dell’utente, in materia di alfabetizzazione e di media informatici, che incide non solo sulla capacità di trovare un’occupazione ma anche di apprendere, creare, partecipare e usare con sicurezza e consapevolezza gli strumenti digitali. L’accessibilità e l’usabilità possono costituire problemi anche per i disabili in Europa. Colmare il divario digitale può aiutare i gruppi socialmente svantaggiati a partecipare alla società digitale a condizioni paragonabili a quelle degli altri cittadini e ad accrescere le possibilità di trovare un impiego superando la loro condizione svantaggiata. Le competenze digitali rientrano quindi fra le otto competenze fondamentali che sono indispensabili per quanti vivono in una società basata sulla conoscenza. È inoltre essenziale che tutti sappiano navigare su internet in tutta sicurezza.

Tutti devono essere in grado di cogliere i benefici offerti dalla società digitale. Occorrono azioni concordate per assicurare che i disabili possano accedere integralmente ai nuovi contenuti elettronici. In particolare, i siti web pubblici e i servizi online nell’UE che svolgono un ruolo importante per favorire la piena partecipazione alla vita pubblica dovrebbero adottare le norme internazionali in materia di accessibilità del web.

L’uso intelligente della tecnologia e lo sfruttamento delle informazioni ci aiuteranno ad affrontare le sfide che attendono la nostra società, fra cui i cambiamenti climatici e l’invecchiamento della popolazione.

La società digitale deve essere intesa come una società che offrirà vantaggi a tutti. Lo sviluppo delle ICT (o TIC) sta diventando un elemento critico per realizzare obiettivi strategici quali fornire supporto a una società che invecchia, lottare contro i cambiamenti climatici, ridurre i consumi energetici, migliorare l’efficienza dei trasporti e la mobilità, rafforzare la consapevolezza dei pazienti e favorire l’inclusione dei disabili.

In questi giorni abbiamo tutti compreso che questi fattori sono diventati fondamentali per lo sviluppo e la crescita della nostra società e per una migliore vivibilità.